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La Rai ha soltanto la cartina,
Sky Tg24 e Tg5 le immagini |
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NEL POMERIGGIO DI domenica 30 aprile è arrivato alla redazione Rai di Fuorigrotta un ispettore da Roma. L’auto dell’azienda pubblica è partita da Saxa Rubra poco dopo le 14 quando erano appena terminati i tg di Rai e Mediaset che raccontavano la tragedia di Ischia nella quale, a causa di una frana, avevano perso la vita quattro persone: il cuoco Luigi Buono di 52 anni e le sue tre figlie, Anna di 18, Maria di 16 e Giulia di 12.
Alle 13 il Tg2, diretto da Mauro Mazza, aveva mandato in onda un servizio dalla sede di Napoli con la neo promossa Gabriella Fancelli che, marmorea,
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leggeva le agenzie da studio, mentre alle sue spalle c’era la foto di una piantina dell’isola d’Ischia; una copertura della tragedia come avrebbe potuto fare Antenne 2 da Parigi o da Berlino la Zdf.
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Sul Tg1, mezz’ora più tardi, non era andata molto meglio: il telecineoperatore Enrico Deuringer, a Ischia per fatti privati, era diventato operativo raccogliendo le prime interviste in paese, ma, senza l’accoppiata con un redattore, l’audio veniva raccolto dalla telecamera e le immagini inquadravano un bel microfono di Canale 21, a certificare che sull’isola erano arrivati prima persino i reporter delle tv locali. Intanto alle 13 sul Tg5 di Carlo Rossella scorrevano le immagini della inviata Annamaria Chiariello che camminava tra le macerie e intervistava vigili del fuoco e soccorritori in lacrime. Un’ora prima, a mezzogiorno, era andato in onda un servizio altrettanto completo realizzato da Paolo Chiariello per Sky Tg24, diretto da Emilio Carelli. Le immagini di Sky e Tg5 erano dure e commoventi, un pugno nello stomaco per qualsiasi telespettatore, anche e soprattutto per il direttore della Tgr Angela Buttiglione e per il vice direttore vicario della testata giornalistica regionale Pierluigi Camilli. Da qui la decisione di mandare subito un ispettore a Napoli, prima di adottare provvedimenti molto severi.
Naturalmente la storia dell’ispettore non è vera, e non è vera neanche l’indignazione della Buttiglione e di Camilli, da sempre abituati a far finta
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Annamaria Chiariello, Paolo Chiariello, Gabriella Fancelli, Mauro Mazza
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di niente sui buchi a ripetizione del Tgr campano, guidato da Massimo Milone. Per gli smemorati ricordiamo nel gennaio 2005 l’ondata di neve e gelo che per alcuni giorni spezzò in due
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la Salerno-Reggio Calabria con inviati di tutte le testate italiane spediti nel Salernitano, ad Atena Lucana, con l’eccezione del Tgr campano, i cui redattori erano evidentemente impegnati in servizi di maggiore interesse. Sì, perché ci sono argomenti sui quali il tg di Milone è come il frigorifero di Tina Pica: “Non perde un colpo”. Per motivi oscuri, o, per qualcuno, chiari, si sprecano i resoconti dei convegni sulla sanità o sui corsi per infermieri degli ospedali partenopei; molte le presenze abituali: accanto, ovviamente, al cardinale Giordano, verso il quale il responsabile dei servizi giornalistici di via Marconi, da buon cattolico, mostra devozione e gratitudine, ci sono, ad esempio, il presidente dei biologi Ernesto Landi e il professore Marco Salvatore; ma da tre anni Milone mostra una passione sfrenata per la scuola di giornalismo del Suor Orsola Benincasa e per il dominus della scuola Lucio D’Alessandro. Un interesse di certo dettato dall’entusiasmo per la prima scuola (con riconoscimento del praticantato da parte dell'Ordine nazionale dei giornalisti) varata nel Mezzogiorno peninsulare e non dovuta al fatto che sia il vicario della Tgr Pierluigi Camilli che Milone alla scuola del Suor Orsola insegnano: il primo è titolare del Laboratorio permanente di giornalismo televisivo, il secondo è docente di Etica della comunicazione, materia che |
forse stride con i 53 servizi sul Suor Orsola che, dal luglio 2003 al dicembre 2005, ha mandato in onda il Tg della Campania.
Ma lasciamo da parte l’etica e torniamo ai buchi. Un mese dopo la
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Angela Buttiglione, Pierluigi Camilli, Lucio D'Alessandro, Massimo Milone |
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paralisi della Salerno-Reggio, ci fu l’allagamento di Fuorigrotta, con blocco del traffico ferroviario, in un giorno in cui decine di migliaia di persone convergevano sul quartiere per la partita del Napoli e per il concerto di Franco Battiato. Vennero girate le immagini degli allagamenti, ma il responsabile di turno dimenticò di inserire il servizio nella scaletta dei Tg sia della sera che della notte e i napoletani videro soltanto il giorno successivo le riprese dell’infernale giornata di Fuorigrotta.
In un’azienda normale, non importa se pubblica o privata, l’ispezione ci sarebbe stata per capire perché una sede che ha un organico di quarantaquattro giornalisti (trentacinque redattori e nove telecineoperatori) e che domenica 30 aprile schierava in servizio diciassette giornalisti e tre telecineoperatori, con un costo azienda di diverse migliaia di euro, a oltre cinque ore da una tragedia avvenuta a quarantacinque minuti di aliscafo non ha ancora immagini.
Ma forse siamo troppo critici con i giornalisti della Rai di Napoli; forse non diamo il giusto peso a un avvenimento che quella domenica catalizzava l’attenzione dei vertici di via Marconi: il big match Napoli-Frosinone allo stadio San Paolo seguito da tre cronisti (Salvatore Biazzo, Gianfranco Coppola e Pellegrino Genovese), mentre per raccontare la strage di Ischia erano sufficienti Geo Nocchetti e Gilly Castellano; forse i coniugi Chiariello sono Nembo star e Nembo kid e da soli riescono a coprire, con efficienza e
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Biazzo, Coppola, Genovese e Nocchetti
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tempestività, la Campania (e non solo) per il Tg5 e per Sky Tg24.
“Stranamente ho saputo della frana – racconta Annamaria Chiariello – poco dopo le nove dalle agenzie. Dico |
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stranamente, perché, come avviene quasi sempre, mi avevano chiamato, ma non so perché il mio cellulare non ha memorizzato le telefonate. Mi sono fiondata agli aliscafi; il primo partiva dal Beverello alle 9,55 ed era via Procida; poco dopo le undici sono arrivata a Ischia. Il direttore Rossella voleva un grande pezzo con immagini e parlato; avevamo problemi tecnici per l’invio del servizio e il direttore mi ha autorizzato a noleggiare un motoscafo per rientrare subito a Napoli. Poi i direttori di Tg5 e Sky si sono parlati e abbiamo utilizzato le strutture di Sky. Per raggiungere il luogo della frana, io e l’operatore (un free lance,Valerio Monge), ci siamo inerpicati per un sentiero impossibile. Abbiamo trovato una scena allucinante con i soccorritori, amici delle vittime, in lacrime. Mi ha colpito un omone alto due metri, che a mani nude ha scavato tre morti; a un certo punto non ce l’ha fatta più, si è allontanato ed è scoppiato a piangere”.
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